In Italia, e nel mondo, è sempre più usuale il rito della cremazione post mortem. La cremazione è una pratica molto antica praticata anzitutto in Medio Oriente ed in Asia. In Italia le prime testimonianze di incinerazione dei cadaveri risalgono al neolitico. La pratica, però, si è diffusa solo a partire dalla media età del bronzo. Con il Cristianesimo questa pratica decadde, dando spazio alla sepoltura.
Nel 1963, a seguito del Concilio Vaticano II, la Chiesa Cattolica ha disposto la sepoltura ecclesiastica anche per i fedeli che hanno scelto di farsi cremare, a condizione che la loro scelta non derivi dalla negazione dei dogmi cristiani. Attualmente in Italia la cremazione è praticata in circa il 10% dei casi. Questo a causa dell’assenza di strutture attrezzate che soprattutto nei piccoli centri non ci sono. Diversa è la situazione nel Lazio e nella Capitale, tanto che è prassi ormai per le onoranze funebri di Roma offrire questo servizio. In termini di legge è vietata la dispersione delle ceneri nei centri urbani, ma è concessa in spazi aperti come il mare, il bosco, la montagna e la campagna. E’ possibile, altresì, depositare le ceneri in spazi riservati all’interno dei cimiteri. Il processo di cremazione avviene attraverso forni molto potenti, capaci di raggiungere temperature di 900-100 gradi centigradi con l’arroventamento delle pareti per mezzo di resistenze elettriche o bruciatori a gas. Meno comuni i forni a fiamma diretta.
La salma viene trasportata presso l’impianto di cremazione dove sarà necessario completare tutte le pratiche burocratiche e legali. In alcuni casi vi è un periodo di attesa pari a 24-48 ore. Durante tale periodo, il defunto è protetto in un’unità di temperatura di refrigerazione controllata fino a quando la cremazione può essere eseguita. La salma adagiata nella bara entra nella camera preriscaldata scorrendo su alcuni binari. In questo passaggio viene sigillata dietro una porta meccanica. Quando la bara brucia il corpo si asciuga grazie al calore, che brucia la pelle ed i capelli. I muscoli si contraggono ed i tessuti molli vengono vaporizzati, mentre le ossa calcificheranno per mezzo del calore.
I gas prodotti dal processo sono espulsi attraverso un sistema di scarico che li purifica eliminando gli odori. Alcuni forni sono in possesso di un postbruciatore secondario per aiutare a bruciare completamente il corpo. Nel caso in cui il corpo non dovesse bruciare completamente, il tecnico addetto alla cremazione dovrà schiacciare i resti parzialmente cremati. Il corpo sarà così ridotto in frammenti e potrà essere raccolto in un vassoio dove raffredderà. Gli oggetti che restano (viti, chiodi, protesi, cerniere) vengono smaltiti secondo la legge.
Così si arriva alla polverizzazione dove i frammenti delle ossa vengono trasformati in sabbia fine. La macchina addetta a tale atto si chiama cremulator. In media ci vogliono circa tre ore per la cremazione di un corpo umano, riducendo così di 3-7 chili di cremains. Le ceneri di cremazione, solitamente, si presentano sotto forma di polvere pastosa di colore bianco. I resti sono trasferiti in un’urna di cremazione e consegnati al parente del defunto per essere conservati in casa, al cimitero, disperi o elaborati affinché il ricordo diventi un diamante.